Le parole più usate (e oscure) della nuova economia digitale

Come evitare le incomprensioni linguistiche sul lavoro e parlare come dei veri nativi digitali

Molti lavoratori hanno sperimentato nel 2020 la modalità del lavoro o agile o smart working. In pratica, durante il lockdown tutti quelli che potevano svolgere l’attività lavorativa da remoto sono stati invitati dal Governo e dalle aziende a rimanere a casa e continuare a lavorare da lì. Lo smart working generalizzato, oltre a dare adito a esilaranti siparietti su riunioni aziendali interrotte da bambini o animali domestici, ha permesso a tanti di sperimentare i trend tecnologici e linguistici con i quali i lavoratori digitali convivono già da tempo. Ci sono cambiamenti in atto che stanno modificando profondamente i luoghi di lavoro, i rapporti aziendali, le modalità di lavoro e di comunicazione.

Parole come brief, smart working, call e task stanno diventando sempre più comuni. Per districarsi nel complicato scenario di lavoro a distanza – più o meno strutturato – e della terminologia digitale annessa, abbiamo pensato di pubblicare una breve guida con i termini che gli smart worker sentono e usano più frequentemente, una sorta di dizionario del moderno lavoratore digitale.

ASAP
Vi è mai capitato di ricevere una mail che si concludesse con questa sigla? Viene dall’inglese e significa as soon as possible, lett. “al più presto”. Si può leggere con pronuncia inglese sia come sigla, e quindi “ei-es-ei-pi”, che come parola, e quindi “eisap”, oppure all’italiana e quindi “asap”. La moda degli anglicismi nel linguaggio del business è un trend tutt’altro che recente. Eppure nei lavori digitali molto spesso caratterizzati da progetti a completamento e scadenze ravvicinate, finire una mail con la temutissima sigla trasmette tutto un nuovo senso di urgenza.

Brainstorming

È quella riunione in cui i membri del team creativo si riuniscono per discutere, confrontarsi e “buttare fuori le idee”. Viene dall’inglese e significa letteralmente tempesta di cervelli. È molto usato in ambito pubblicitario, ma può essere impiegato in qualsiasi settore in cui creatività e inventiva sono coinvolte: dall’ideazione di un prototipo alla risoluzione di un problema. Di norma i primi minuti di ogni brainstorming trascorrono in un imbarazzante silenzio. Niente di strano in realtà, ci vuole un po’ per sentirsi a proprio agio e per iniziare a far scorrere le idee.

Brief

Esprimere opinioni, manipolare e trasmettere informazioni crea quel valore aggiunto che è il nucleo veramente portante dell’economia digitale. Il temine brief viene dal settore aeronautico ed è una veloce riunione in cui vengono fornite istruzioni dettagliate per portare a compimento un determinato progetto o operazione. È diventato un termine specifico del settore pubblicitario in cui il brief è l’incontro preliminare col cliente per definire gli obiettivi del progetto e valutare le azioni da intraprendere.

Call

Dall’inglese “chiamare”, “chiamata”, è spesso usato come diminutivo di videocall a sua volta usato al posto dell’italiano videochiamata o videoconferenza (nel caso di più di due partecipanti). Probabilmente viene preferito a videocall o videochiamata perché più breve e forse perché di maggiore impatto: “fissiamo una call martedì prossimo” suona più preciso e leggermente più formale di “ti chiamo martedì prossimo” e tuttavia trasmette maggiore semplicità rispetto al composto videochiamata. Le call sono effettivamente semplici e garantiscono una qualità audio-video ottima. Ci sono ormai tantissimi servizi gratuiti o a pagamento di videoconferenza (Skype, Zoom, Slack, Google Meet, ecc.). Per evitare scene imbarazzanti e momenti di panico, bisogna fare attenzione ad alcuni dettagli: assicurarsi che microfono e videocamera del dispositivo siano attivi e collegati al tool di videoconferenza; scegliere una postazione tranquilla e ben illuminata; ricordarsi di disattivare chat e notifiche durante le presentazioni a schermo.

Co-working

Il co-working è un ufficio condiviso con più persone. Di solito si fitta una postazione singola in un ambiente condiviso presso business centre o centri uffici appositamente attrezzati per il co-working. Oltre alla postazione, è inclusa la connessione internet ad alta velocità e altri servizi come stampante, telefono, cancelleria, armadietto, ecc. Insomma, tutte le caratteristiche di un ufficio completo senza l’onore di un contratto di locazione esclusivo e costoso. Col co-working si risparmia sui costi e ci arricchisce di tanto, avendo l’opportunità di condividere il posto di lavoro con persone provenienti da tante diverse realtà.

Feedback

“Attendo un tuo feedback prima di procedere”, “dammi feedback prima delle 5”, “qual è stato il feedback del cliente?”. In italiano lo chiameremmo commento o riscontro, che forse suona un po’ più ostico e perentorio.  Benché sia un anglicismo ormai molto utilizzato, non andrebbe dato totalmente per scontato. Un pubblico un po’ più maturo e meno avvezzo agli anglicismi potrebbe trovarlo addirittura incomprensibile.

Smart working

Se ne parla moltissimo, spesso in connessione alla normativa italiana del lavoro agile, un’organizzazione del lavoro per fasi, cicli e obiettivi e senza precisi vincoli di orario o di luogo di lavoro. In una visione più ampia, lo smart working è un approccio al lavoro caratterizzato dalla combinazione di flessibilità di luoghi e orari, autonomia per il raggiungimento degli obiettivi e condivisione attraverso l’uso delle tecnologie. Più comunemente viene associato al lavoro da casa (telelavoro o remote working) – che pure è una parte importante dello smart working.

Task

Un’operazione o un’attività da completare all’interno di un progetto più grande. I moderni lavoratori digitali lavorano spesso per task come per esempio i designer o i traduttori freelance o anche i driver delle consegne a domicilio. Il termine è spesso veicolato dai vari tool di project management (come ad esempio Slack o Monday) che organizzano il lavoro per task. Un modo per semplificare progetti complessi ma dietro il quale si nasconde qualche insidia: i freelance sono spesso pagati a completamento del task, una modalità che dà molta flessibilità al lavoratore ma anche non poca precarietà nei guadagni.

Webinar

Chiunque abbia lavorato da casa durante il lockdown, sarà stato sicuramente invitato a partecipare a qualche webinar. Ma cos’ è esattamente un webinar? Innanzitutto si pronuncia wèbinar (con l’accento sulla prima sillaba) e viene dalla contrazione delle parole inglesi web e seminar. È quindi un seminario che si tiene online e in cui i partecipanti si collegano tramite una piattaforma web per discutere di un certo argomento. È uno strumento potentissimo perché può essere adoperato per qualsiasi tipo di evento e permette a persone sparse nel mondo di collegarsi nello stesso momento per condividere idee e informazioni. Chi tiene spesso webinar ha bisogno di una postazione tranquilla e insonorizzata da cui trasmettere, ecco perché tanti centri uffici stanno allestendo delle webinar room, stanze appositamente allestite per trasmettere webinar.

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